Il paese

Buonvicino è un grazioso paese collinare dell'alto tirreno cosentino .
Il centro storico si trova sulla parte alta del territorio e domina una verde campagna adagiata su colline e suddivisa in varie contrade. L'aspetto del centro storico è quello tipico dei piccoli borghi dall'impianto urbano medievale disseminati sulla costa calabrese: case addossate le une alle altre, vicoli stretti che diventano scalinate, archi e supporti che vestono di fascinose prospettive le viuzze. Resta il segno di qualche casa signorile riconoscibile dai portali per le cui rifiniture l'artigiano locale ha usato pietra e mattone. Passeggiando fra gli stretti vicoli del silenzioso e sonnecchiante borgo arroccato sulla roccia, tangibile è la sensazione dell'appartenenza. Essere di Buonvicino significa far parte di una grande famiglia.



A Buonvicino risuona un'antica eco mistica. In effetti i presupposti per la edificazione del paese sono strettamente connessi alla costruzione del monastero basiliano di Santa Maria del Padre, determinante per la nascita del primo nucleo abitativo in località "Castello".E oggi sul borgo veglia il santo patrono: San Ciriaco che fu Abate del monastero intorno all’anno mille. E lo fa sul serio! Un busto di bronzo di 7 metri, opera monumentale dello Zappino, è stata posta su "u' Zaccano" o "u' Zaccaniello", uno sperone roccioso che austero svetta nel cielo sovrastante il centro storico. Nel mese di settembre Buonvicino si risveglia. Le viuzze si affollano di fedeli e venditori ambulanti. Il suono di organetti si frammista al vociare gioioso della festa patronale, al cantilenante ripetersi delle preghiere delle funzioni religiose, al cadenzato e fervente canto tradizionale che il 17 accompagna il santo alla grotta, luogo di ascesi spirituale per il giovane Ciriaco. San Ciriaco è un concittadino oltre che santo, ed è ricordato amorevolmente sia nelle manifestazioni laiche che in quelle religiose.

 

STORIA
La storia di Buonvicino affonda le sue radici nella Grecia (i Greci provenienti dalla Calabria Ionica inizialmente si stabilirono in questi luoghi per motivi commerciali, poi per sfuggire ai massacri di guerre anche fratricide.), fu luogo conosciuto dai Romani (la vallata del fiume Corvino era un’arteria naturale che collegava l'alto Tirreno con la Calabria Citeriore), il paese nacque e crebbe all'ombra di un monastero basiliano da cui assorbì il senso di carità operosa. Con l'avvento della dominazione degli Aragonesi sull'Italia meridionale, subentrata a quella Normanna, ha vissuto momenti bui sotto il dominio dei signorotti locali: il popolo esasperato è arrivato alla rivolta sanguinosa contro i De Paola (il barone venne decapitato, tutti i maschi della famiglia trucidati). Buonvicino è diventato comune per decreto dell'Impero Borbonico.


TUTELA, RECUPERO E CONSERVAZIONE DEL CENTRO STORICO
Il centro storico negli ultimi anni ha beneficiato di un'operazione articolata di recupero e rivalutazione che è consistita nella ripavimentazione dei vicoli e delle scalinate, nell'ampliamento della piazza principale poi abbellita con un gazebo, nella costruzione di un nuovo Palazzo Comunale, nella realizzazione di un belvedere panoramico e di un’area espositiva. Si è provveduto a curare anche l'aspetto artistico con l’inserimento nella zona più antica del borgo di installazioni di arte moderna, con la realizzazione di opere legate al santo Patrono, e con la effettuazione dei mosaici che hanno dato spazio all'estro creativo dei ragazzi delle scuole medie

 

CULTURA
Duca del feudo è stato Ippolito Cavalcanti, famoso gastronomo chiamato alla corte dei Borboni come coordinatore e consulente della cucina. Ha scritto un libro di cucina teorico-pratica che nella edizione originale era scritto in dialetto buonvicinese. In effetti era spesso a Buonvicino e presumibilmente è da qui che ha potuto trarre ispirazione e materie prime.

PARADISO NATURALISTICO
Buonvicino si affaccia sulla vallata del fiume Corvino e da lontano guarda il mare. Dall’alto lo domina lo sperone roccioso dello Zaccano. Il suo territorio si estende lungo il crinale della Montea, tra il Pollino e il mar Tirreno ed è una porta di accesso alla zona sud del Parco Pollino.La Natura è stata particolarmente generosa con Buonvicino, donandogli bellezze suggestive come la vallata del fiume Corvino, i boschi di faggio del Serapodolo, le orchidee selvatiche, le grotte carsiche che nascondono tanta spiritualità ma anche leggende e miti. La grotta più conosciuta è quella di San Ciriaco, alle Venicelle, che fu centro propulsore della Laura, una comunità di monaci dediti all’ascetimo. Un’altra famosa per essere luogo invece funesto è la grotta del Diavolo, sotto “u Zaccano”, nelle cui profondità è celata una figura diabolica, che altro non è che una formazione di calcite.